Tuvalu

Le Isole Tuvalu sono un arcipelago di atolli che emergono appena dal Pacifico centrale, il cui nome significa "gli otto che stanno vicini".

Quello delle Tuvalu è un mondo che non ha fretta di mostrarsi, che ha tutte le caratteristiche del paradiso tropicale, ma anche che, al di là delle lagune cristalline e delle palme da cocco, conserva anche nel suo cuore la Polinesia più vera.

La bandiera Tuvaluana
Popolazione: 10 000 circa
Capitale: Vaiaku, atollo di Funafuti (circa 4000 ab.)
Macroregione: Polinesia
Status politico: Monarchia parlamentare nell'ambito del Commonwealth
                                      

                                Storia delle Isole Tuvalu
Fino agli anni '80 si è ritenuto che i primi abitanti delle isole Tuvalu fossero arrivati dalle Isole Samoa o dalle Isole Tonga attorno a 4000 anni fa, ma nel 1986 gli archeologi, ascoltando dai nativi locali la leggenda di una "casa nel mare" situata nelle acque dell'atollo di Nanumanga, decisero di esplorare la laguna dell'atollo e trovarono una sorta di grotta, nella quale c'erano tracce di attività umane vecchie di almeno 8000 anni.

Con il tempo, agli originari abitanti, si aggiunsero altre comunità di origine Polinesiana e anche alcuni gruppi di navigatori provenienti da Kiribati e successivamente stabiliti a Nui, un atollo il cui dialetto è ancora influenzato dal Gilbertese parlato nelle Kiribati.
La vita degli indigeni Tuvaluani continuò immutata per secoli, turbata solo da rari scontri con i Tongani, soprattutto nell'atollo di Niutao.

Tuvaluano autoctono
Indigeno Tuvaluano
Alvaro de Mendaña de Neira, esploratore spagnolo, si imbatté per caso nelle Tuvalu, in particolare nell'atollo di Nui, nel gennaio del 1568, descrivendo gli autoctoni come "nudi e mulatti". Nel '95, ancora lo spagnolo avvistò l'atollo di Niulakita, anche se, come nella prima occasione, la meta del suo viaggio non erano affatto le Isole Tuvalu.
Nel 1781, invece, il commerciante Francisco Maurelle de la Rua, durante un viaggio di routine tra le Filippine e il Messico, venne deviato a sud dai venti del Pacifico, avvistando, secondo europeo di sempre, l'atollo di Niulakita. Anche in questo caso, quindi, il passaggio per le isole fu del tutto casuale e le Tuvalu, che Maurelle chiamò "una grande piantagione di palme da cocco" vennero presto scordate dai navigatori europei.

Nel 1819, il Brigantino Rebecca approdò a Funafuti, l'atollo maggiore, che nominò "Ellice" in onore dell'imprenditore americano che possedeva la nave.

Dalla metà dell'800, le acque al largo delle Tuvalu iniziarono a divenire meta di balenieri americani e i primi missionari vi giunsero (ancora per caso!!!) nel 1861.
La popolazione, stimata attorno alle 20 000 anime nel 1850, subì un drastico calo a causa di due fattori: in primis, le malattie portate dagli europei. In secondo luogo, un duro colpo fu inferto anche dai "Blackbirders", trafficanti di schiavi che deportarono in Perù e Australia centinaia di indigeni da Tuvalu, Tokelau e dalle Isole Cook, fingendosi pacifici missionari.

Nel 1892, la Gran Bretagna stabilì in questi territori il protettorato coloniale delle Gilbert, che oltre a Tuvalu includeva anche le attuali Isole Kiribati.

I resti arrugginiti di un carro armato nella laguna di Funafuti
I resti arrugginiti di un carro armato nella laguna di Funafuti


Durante la seconda guerra mondiale, il Giappone occupò Kiribati e preparò l'assalto alle Tuvalu, che vennero però raggiunte prima dagli Stati Uniti. Gli alleati usarono le isole come base d'appoggio per i loro attacchi contro i nipponici, impedendo un loro coinvolgimento e questo rese la seconda guerra mondiale molto meno tragica a Tuvalu rispetto, per esempio, alle Kiribati o alla Micronesia: anche a Tuvalu è possibile imbattersi in postazioni di artiglieria degli anni '40, ma molto meno frequentemente rispetto alle altre isole. La base americana, dopo la guerra, è stata trasformata in un aeroporto, l'unico dell'arcipelago.

Cartolina Tuvalu
Francobollo del periodo coloniale
Dopo la guerra, le Tuvalu ottennero sempre maggior autonomia, costituendo dapprima una colonia autonoma e poi ottenendo l'indipendenza nel 1978. Le Tuvalu indipendenti si sono affermate a livello mondiale per la loro lotta ai cambiamenti climatici: entro il 2020, sia alle Tuvalu che alle Tokelau, l'intera energia sarà ricavata da fonti rinnovabili.

                   Geografia & Ambiente delle Isole Tuvalu
Funafuti Lagoon
La laguna dell'atollo di Funafuti









Le Isole Tuvalu, a dispetto del nome che significa "gli otto che stanno vicini", sono un arcipelago di tre isole coralline (Niutao, Niulakita e Nanumanga) e sei atolli (Funafuti, Nanumea, Nukufetau, Nukulaelae, Nui e Vaitupu).
Gli atolli non sono altro che degli antichi vulcani che sono progressivamente sprofondati: il loro cratere si è riempito a formare una sorta di laguna interna (laguna, TeNamo nella lingua locale, è uno dei termini più utilizzati nella lingua locale), mentre i bordi del cratere si sono frammentati in una serie di isole minuscole, che in Polinesiano vengono dette "motu" e sono la sede dei villaggi. La fertilità dei terreni vulcanici ha favorito la nascita di variopinte barriere coralline, che circondano non sono le Tuvalu, ma tutti gli atolli della terra. I motu, tuttavia, non sono composti da terreno vulcanico, bensì da frammenti di conchiglie e coralli, per cui la vegetazione che cresce è rigogliosa ma ben poco diversificata.

L'atollo di Funafuti è la sede della capitale Vaiaku, situata sull'isolotto di Fongafale. Dopo essere stato visitato nel 1819 dal Brigantino Rebecca, divenne l'atollo più visitato e conosciuto delle isole.
A Funafuti risiedono oltre 6000 Tuvaluani, ha sede l'aeroporto internazionale ed è stata istituita una riserva marina piuttosto importante, la Funafuti Marine Conservation Area.
Dal nord procedendo verso il sud si incontra per primo Nanumea, un atollo di 650 abitanti, il maggiore in superficie, chiamato dagli europei San Augustìn. Nanumea ha una cultura Polinesiana dall'identità molto forte, scandita dai giorni di festa (Po i Tefolaha) e dalla Kumaile, uno stemma rappresentante una lancia, simbolo dell'isola da secoli.
L'atollo successivo è Niutao, difficilmente raggiungibile ma documentato più volte dagli europei come l'antropologo Gerd Koch, che nel '61 filmò la vita e le canzoni dell'isola.
Segue poi Nanumanga, un'isola famosa per "le grotte", un sito sommerso primo luogo di un insediamento umano a Tuvalu.
Scendendo a sud di trova poi Nui, noto nel passato come Isla de Jesùs, il primo atollo ad essere avvistato da un europeo (nel 1568) e quello la cui cultura è maggiormente influenzata dalle vicine Kiribati. La gente di Nui, probabilmente, ha DNA misto Polinesiano e Micronesiano.

Vaitupu Sunset
Tramonto a Vaitupu


C'è poi l'atollo di Vaitupu, che significa "la fontana d'acqua" ed ha avuto nel corso della storia molti contatti con le Samoa e le Tonga. Vaitupu è anche tristemente noto per l'incendio della sua scuola elementare, dove morirono 18 ragazze. Era il 2000.
Percorrendo alcune centinaia di chilometri a sud si arriverà a Nukufetau, l'atollo dove morì Alfred Restieaux, navigatore francese che esplorò le Tuvalu in lungo e in largo. Durante la seconda guerra mondiale, Nukufetau fu sede di una pista aerea.
L'ultimo atollo è quello di Nukulaelae, la "terra della sabbia" in lingua Tuvaluana e prima meta dei missionari, e infine l'isola di Niulakita, chiamata "La solitaria" e abitata da una comunità di 50 persone.

Le Isole Tuvalu sono piuttosto rigogliose dal punto di vista della flora, anche se le specie di piante non sono molto varie: diffusissime sono soprattutto le palme da cocco, mentre tra le piante addomesticate sono importanti gli esemplari di albero del pane, i banani e la pulaka, una varietà del taro, la patata che viene coltivata in Oceania.
La fauna è soprattutto costituita da uccelli, per un totale di 34 specie, 2 delle quali a rischio estinzione, e dalla fauna marina: nelle Tuvalu sono riconosciute ben 317 specie di pesci, ognuno dei quali con un nome in lingua locale e spesso con una leggenda alle proprie spalle. I pesci vivono soprattutto nelle barriere coralline che circondano le isole e rappresentano le base della dieta locale, che comunque, almeno fino ai tempi recenti, non ha messo in pericolo la fauna del mare.

Corals - Funafuti
La barriera corallina di Funafuti


















L'ultimo elemento importante da ricordare riguardo l'ambiente delle Tuvalu sono le sfide poste a questo arcipelago dai possibili cambiamenti climatici: la limitata elevazione delle isole e le frequenti tempeste tipiche del clima tropicale rendono la vita sulle isole a rischio, se il livello del mare dovesse alzarsi.
Questo comporterebbe infatti l'inondazione dei territori costieri delle piccole isole e la formazione, già riscontrata, di pozze di acqua salina all'interno delle isole, che comprometterebbe le riserve acquatiche dei Tuvaluani. Il problema è diventato evidente nel 2011, quando gli isolani si ritrovarono a dover razionare le riserve di acqua potabile. Da pochi anni, per fronteggiare il problema, è attivo un desalinizzatore e sono state piantate piccole foreste di mangrovie per aiutare l'ambiente isolano.

                            Cultura & Società delle Tuvalu
La cultura e la società tipiche della Polinesia trovano probabilmente a Tuvalu, e in pochi altri paesi dell'Oceania, la loro massima espressione.
La società Tuvaluana è fondata attorno a tre pilastri portanti: il rapporto con la natura e l'oceano, il ruolo fondante della comunità-villaggio nella vita di tutti e la religione cristiana.

Pulaka, Tuvalu  
Coltivazione di Pulaka
Il rapporto con l'Oceano e la natura, entità quasi sacre, si riflette nell'economia delle isole, legata all'agricoltura di sussistenza di frutti tropicali, all'allevamento (soprattutto dei maiali) e ovviamente alla pesca. Molto popolare è per esempio la pesca degli Exocoetidae, una famiglia di pesci anche nota come "pesci volanti" per la loro abilità di spiccare salti al di fuori dalla superficie dell'acqua.

La comunità è anch'essa parte della vita di ogni Tuvaluano: nelle isole, infatti, è sempre esistita una tendenza alla co-operazione tra le famiglie e alla messa in comune dei beni fondamentali, nota nella lingua del luogo come Fusi e tutt'ora praticata.
Anche nelle isole Tuvalu come nelle vicine Kiribati, Tokelau e Samoa è inoltre diffusa la presenza del Maneapa. Il maneapa, una sorta di piazza quadrangolare presente in ogni villaggio e coperta da una grande capanna, è il simbolo degli stretti rapporti tra tutti i membri della comunità ed è il luogo dove i capi-villaggio sono soliti riunire la gente per prendere decisioni o festeggiare particolari ricorrenze.

Monumento di Nukulaelae
Questo monumento sulla spiaggia
di Nukulaelae ricorda l'arrivo
dei primi missionari a Tuvalu
Anche la religione recita un ruolo importante nella vita di tutti: a Tuvalu, il 97 % della popolazione è cristiano, mentre il 3 % appartiene comunque a confessioni monoteiste come i testimoni di Geova, l'islamismo o il bahaismo.
Le chiese, o i luoghi di culto in generale, sono un ritrovo irrinunciabile per la maggioranza dei tuvaluani, che comunque continuano, a tributare grande importanza anche al culto degli antenati.

Dal punto di vista linguistico, a Tuvalu si parla la lingua Tuvaluana, del ceppo Polinesiano. Il Tuvaluano ha legami molto forti con il Tokelauano ed ha molti vocaboli in comune anche con la lingua Samoana e quella Gilbertese: proprio il Gilbertese è invece la lingua più parlata dell'atollo di Nui, i cui abitanti sono gli unici delle Tuvalu ad avere origine micronesiana e non polinesiana.
Anche la lingua inglese è ufficiale e parlata da tutti gli abitanti.

Danza Tuvalu
Gruppo di danzatori
La cultura in generale delle isole, nonostante la modernizzazione e l'influenza dall'estero, continua a stupire per la ricchezza delle danze (Fatele) della musica, definita "un microcosmo della Polinesia, che unisce vecchi e nuovi stili", e dell'alimentazione: bevande tipiche come la "Kaleve" , ricavata dal cocco, sono simboli dell'identità nazionale.
Anche lo sport ha assunto negli ultimi anni un ruolo crescente: si è diffuso durante il periodo coloniale il cricket, che a Tuvalu ha subito alcuni cambiamenti ed è ora noto come "Kilikiti".

Funafuti
La spiaggia di Vaiaku, capitale delle Isole Tuvalu


Articoli sulle Tuvalu























No comments:

Post a Comment

Che ne pensi? Lascia un commento! PLEASE DON'T POST SPAM.